mercoledì 23 giugno 2010

Stanchezza, Concentrazione, Mindset


E' veramente strano constatare come si alternino periodi di euforia smisurata a periodi di stanchezza, stress, ricerca di concentrazione ed equilibrio.
Nel poker come nella vita reale, sia ben inteso.
Che sia un bene o un male non lo so, alcuni aspetti positivi ci sono senz'altro, innalzamento della soglia d'attenzione, verso l'alto o verso il basso, così come l'aumento e la diminuzione della forma del fisico e di quella mentale.
L'obiettivo primario, anche nei momenti di relativa stanchezza, deve essere quello di perseverare su ciò che si è imparato: al di la della tecnica e della conoscenza, della cultura e dell'intelligenza, gli aspetti mentali, emotivi e psiologici che muovono la marionetta del nostro corpo determinano le nostre vittorie e le nostre sconfitte, nella vita, nel lavoro, nella famiglia, nello sport, nel poker.
Sto attraversando un periodo in cui la stanchezza sovrasta la voglia di far bene. Vengo da un periodo brillantissimo, seguito dal periodo più nero della mia pur breve carriera di giocatore amatoriale di poker, seguito da un breve ma intensissimo momento di "gloria" psicologica, fisica, ricco di risultati e di speranze, per poi passare ad un successivo periodo, recentissimo, di sconfitta nel mondo del poker e di vittorie nella vita al di fuori del poker.
Tutto questo determina la volontà di far bene, una volontà che si scontra però con un nemico che nel breve volgere di pochi minuti, di poche ore, determina la sconfitta emotiva e psicologica. Ovviamente il nemico sono io. Un nemico temibile e perverso. Perché? Semplicemente perché so come combatterlo ma non trovo lo stimolo giusto per affrontarlo, come se mi sentissi sconfitto in partenza.
Ritornando per un istante ad un episodio ben preciso e reale, mi soffermo per pochi istanti e qualche breve parola sul torneo odierno di Head's Up delle ore 20.00 su Pokerstars.it. Mi pongo un obiettivo, vincere il torneo per la terza volta. Supero il primo step mantenendo una buona concetrazione anche quando rimasto corto riesco a convincere me stesso di essere più forte, tecnicamente e psicologicamente. Supero il secondo step senza troppi sforzi contro un avversario che in poche mani decide di giocarsi l'avventura e affidandomi alla matematica e a un po' di buon senso approdo al terzo step.
Poi ...
Il crollo.
Sono ad un passo dai premi finali. L'avversario dimostra di essere più forte di quelli precedenti, capisco però di poterlo battere individuando immediatamente il suo modo di giocare e scelgo le armi da adottare per controbbatterlo ed applicare livelli di pensiero o di gioco tecnico superiore al suo. Ma ecco che il nemico si impossessa nuovamente del mio stato mentale e psicologico. Decade la concentrazione, non mi domando più quale sia il mio obiettivo principale, mi assale la stanchezza, il sonno psicologico e come in uno stato ovattato e rimbombante mi adagio su me stesso ed alla prima occasione utile mi domando se sia quella buona per venire ancora sconfitto.
Nello specifico il mio avversario dimostra forza con la discesa di n J nel flop. Io ho un J e rischio più del dovuto. Ha una coppia superiore? Ha settato? Ha un J con un kicker superiore? Ma si senza dubbio una di queste è quella giusta, una domanda e tre alternative, cosa vuoi battere con la tua top pair e kicker basso quando il tuo avversario tra puntate e rilanci finisce per metterle tutte. Un bluff, ecco cosa batti. Il problema è che lo sai (lo so) e non fai nulla per evitarlo.
Baratro.
Stanchezza, Concentrazione, Mindset.

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