venerdì 11 giugno 2010

Migliorare il proprio stile di gioco

La maggior parte dei giocatori sembra essere “strutturata” sempre in un certo modo. Ci sono dei modi di giocare che non cambiano mai e molti degli errori che commettono questo tipo di players li ripetono oppure li variano leggermente a seconda della mano che hanno.

Il loro errore è quello di non cercare di migliorare il proprio gioco anche se riconoscono di avere alcune lacune e viene difficile per loro cambiare modo di giocare rispetto il solito.Come ho già detto, questo tipo di giocatori presentano molte lacune a livello di gioco e nonostante questo riescono comunque (in alcuni casi) ad andare bene.

Questo perchè, allo stesso modo, c’è una grande quantità di avversari che non riesce a sfruttare i difetti di gioco in maniera appropriata e allo stesso tempo anch’essi hanno delle importanti lacune.

Molti giocatori, come i grinders infatti, non aspettano altro di incontrare questo tipo di giocatori per sfruttare i loro errori comuni ed elevare il proprio profitto. Allo stesso modo, il giocatore inesperto, teme molto la presenza di un regular al tavolo perchè dimostra solidità e (nella maggior parte dei casi) costanza. Il gioco ad un livello medio di stake, presenta molti vantaggi proprio per questo. Vedremo, di seguito, il tipo di gioco tra le due parti.

Reraise preflop.

Molti giocatori a un livello di stake medio, hanno un range di mani per fare raise molto limitato. Faranno reraise solo con le mani migliori e molte volte non riescono a trarne il guadagno adeguato per l’inappropriatezza del loro gioco che permette all’avversario di intuire la mano che possiede. Molte volte entrano nel piatto limpando e non considerano quasi mai l’opzione (ev+) di fare un raise. In molti casi, infatti, il call può essere la scelta più sbagliata. Per esempio, se da SB ci troviamo un raise dal cutoff, come può essere vantaggioso un call sapendo che il range di mani dell’avversario è molto vasto?

Certo, in molti casi questa scelta può essere EV+, ma molti non considerano che lo è anche il reraise, anzi nella maggior parte dei casi il reraise è la scelta più indicata. Scegliendo di fronteggiare un raise con un call, occorre l’aiuto di un buon flop per tentare o di rubare il piatto oppure di vincerlo allo showdown.

Con il reraise, invece, si forza l’avversario a prendere una decisione: se vale la pena o no giocare quella mano in quel determinato spot. Subentra la fold equity e verrai fronteggiato solo con mani molto forti, o con una 4bet oppure con un call. Salendo di livello, sarà più facile incontrare giocatori che notano il modo in cui si entra nei piatti, quindi notando un sintomo di debolezza nel fare call anzichè reraise nelle posizioni di steal, potrebbero sfruttare il tutto a loro favore.

Un’altra cosa molto intelligente da fare quando si entra in un tavolo è quella di individuare subito e sfruttare determinate situazioni preflop che risultino favorevoli. Il range di mani per il reraise dei migliori giocatori del tavolo è veramente incredibile, quindi bisogna partire da questo per comprendere quelle che possono essere le situazioni adeguate per un reraise.

Questo tipo di giocatori ama fare squeeze con un range di mani elevatissimo e non hanno nessun tipo di problema a fare raise/reraise. Il loro tipo di gioco in questo modo si differenzia moltissimo dal livello di stake medio in modo da avere profitto sia dalle singole mani che giocano sia a livello economico. Quindi un vantaggio che si può trarre da questi giocatori è proprio il fatto di sapere che i loro raise e reraise hanno un range molto vasto e si possono sfruttare questi loro “difetti” a proprio vantaggio.

Continuare il bluff al turn.

Molti giocatori amano fare una continuation bet dopo un raise preflop. In pochi però valorizzano l’importanza di una seconda puntata al turn e non ne comprendono l’utilità. La continuation bet è una puntata molto trasparente che un giocatore anche inesperto comprende subito.

Continuare a puntare per valore al turn però non è una giocata facilmente comprensibile e può mettere l’avversario in seria difficoltà. Se si sta rilanciando con un ampio range di mani e puntando su molti flop, l’avversario potrebbe intendere che con la c-bet non si possegga nulla in mano, mentre puntando anche al turn queste certezze potrebbero svanire.

In questo modo si può sfruttare il cattivo gioco dell’avversario postflop. Se invece si mollasse al turn e si smettesse di puntare, potremmo permettere all’avversario di aggredirci con una puntata (anche con niente in mano) e buttare via chips che sarebbero state nostre con una giocata più solida e decisa. Quindi , indipendentemente dalla mano che si abbia, puntare al turn è sicuramente una scelta EV+.

Non solo la situazione dipersè è EV+, ma future situazioni simili lo sono. A un certo punto l’avversario inizierà a rendersi conto che si effettuerà molto spesso una puntata al turn quindi verrà condizionato il suo gioco in modo da rendere più rispettate le nostre giocate e contrastate solo con mani molto buone. Questo spingerà anche gli avversari a commettere errori e ci permetterà anche di facilitare la lettura della mano a seconda del suo comportamento rispetto le nostre puntate. Tutto questo ci permetterà di avere più profitto da certi spot.

Questo non vuol dire che a prescindere bisogna obbligatoriamente continuare a puntare al turn, perchè comunque per farlo dobbiamo avere determinate informazioni sul gioco del nostro avversario, però nella maggior parte dei casi è una mossa che può funzionare molto e sfruttando queste situazioni favorevoli si può diventare giocatori più forti tali da poter alzare il profitto da ogni singola mano.

Agli stake più elevati il giocatore forte di solito effettua sempre questo tipo di giocata senza alcun tipo di problema e di esitazione, in maniera molto più frequente degli stake medi. Questo non vuol dire che lo fanno sempre e comunque, al contrario significa semplicemente che sanno sfruttare molto a loro favore queste situazioni EV+.

Concedervi una maggiore protezione (a livello di bankroll)

Le discussioni sul bankroll non vengono, molto spesso, tenute in considerazione nella maniera adeguata ed è sicuramente un argomento da approfondire costantemente. Se vi chiedete come un giocatore possa giocare a un determinato buy in con soli 10 buy in in cassa disponibili e non andare in tilt, la risposta probabilmente è: “non è possibile che non si vada in tilt”.

Darsi uno spazio di soltanto 10 buy in vuol dire esporsi ad una serie di rischi, come ad esempio i più importanti: la quasi certezza di ritrovarsi a 0 dopo poche sessioni di gioco e successivamente il tilt. Per poter giocare al meglio delle possibilità bisogna possedere un minimo di 25 buy in in modo da poter cercare di limitare i danni che la varianza del poker arreca ad ogni giocatore.

Per poter giocare e fare profitti nel lungo periodo, bisogna avere una protezione a livello di bankroll che possa permettere di continuare a giocare anche se una sessione è andata particolarmente male, di poter recuperare e magari tornare in profitto, evitando il tilt ed altre comuni situazioni di un giocatore perdente.

Molti giocatori non si fanno problemi a giocare fuori bankroll e fare un continuo up and down nei loro grafici. Il grinder invece non scende mai al di sotto dei 30-40 buy in. Questo gli permette di poter limitare la varianza e di giocare in una condizione psicologica adeguata. Di solito è questo tipo di giocatore a poter puntare a una vittoria nel lungo periodo.

E’ necessario fare un programma prestabilito nella propria mente in cui si sale di livellogradualmente, sempre in proporzione alla quantità di buy in che si ha in cassa. Un giocatore che si muove velocemente dal livello NL100 a NL200, o da NL200 a NL400, può rendersi conto di non essere pronto al tipo di gioco e se avesse un numero di buy in inappropriato per fare un level up, potrebbe gravare seriamente suii buy in che ha guadagnato in pochissimo tempo.

E’ fondamentale dunque per aspirare ad un guadagno nel lungo periodo nel poker, specialmente nel cash game, assicurarsi una quantità di buy in tale da poter ammazzare la varianza. Ovviamente bisogna anche essere preparati al punto giusto per poter affrontare un livello perchè altrimenti la questione buy in diventerebbe superficiale, in quanto per poter aspirare ad un profitto bisogna scegliere un livello tale da permetterlo in maniera non scontata, ma almeno possibile.

Conclusione

Il messaggio di questo articolo è di far rendere conto ai giocatori che per poter giocare un determinato livello bisogna avere una certa preparazione tecnica e una quantità di buy in adeguata. Per poter salire di livello bisogna avere il giusto mindset e la giusta protezione di bankroll in modo da non dover fare level down dopo poche sessioni. La gestione del bankroll è quindi il fattore fondamentale per un buon giocatore di poker. Non si vuole discutere su quelle che siano le capacità di determinati giocatori ma di quelle che sono le mosse più azzeccate per poter diventare tecnicamente e psicologicamente più forti.

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