Vi segnalo questo interessantissimo articolo di Tommaso "TomRight" Giusti apparso oggi su ItaliaPokerClub.
Non è affatto inusuale, soprattutto alla caduta di un flop basso, trovarsi a fronteggiare, dopo un nostro raise preflop, un giocatore che effettui un floating sul flop. In un “float” il giocatore che ha posizione sul preflop-raiser chiama una (o due) puntata con niente, o con una mano marginale, cercando una carta utile o aspettando che il raiser mostri debolezza, per spingerlo fuori dal piatto con un bluff.
Questo spot è molto comune ai tavoli cash, e il più delle volte ne esce vincitore il floater. Quando siamo noi a trovarci nella situazione del preflop raiser, cosa possiamo fare?
Anche qualora la nostra mano preflop sia una premium hand, accade che trovandoci fuori posizione, abbiamo poche armi per riuscire a massimizzarne il profitto, e spesso potremo persino trovarci costretti al fold, qualora il nostro avversario sia un floater. L’unica, vera, difesa possibile in questi spot è l’utilizzo del check-raise.
Questo spot è molto comune ai tavoli cash, e il più delle volte ne esce vincitore il floater. Quando siamo noi a trovarci nella situazione del preflop raiser, cosa possiamo fare?
Anche qualora la nostra mano preflop sia una premium hand, accade che trovandoci fuori posizione, abbiamo poche armi per riuscire a massimizzarne il profitto, e spesso potremo persino trovarci costretti al fold, qualora il nostro avversario sia un floater. L’unica, vera, difesa possibile in questi spot è l’utilizzo del check-raise.
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