lunedì 19 dicembre 2011

Poker online: la fine delle piattaforme internazionali

poker-mondialeI siti di gioco offshore avranno un campo d’azione sempre più limitato nel 2012 ed i tornei online internazionali, aperti a tutti i players del mondo, tra pochi mesi saranno solo un lontano ricordo.
Le poker rooms più importanti del pianeta si sono mosse per ottenere autorizzazioni e licenze nei nuovi mercati regolamentati di Spagna, Danimarca, Nevada (USA), Germania (con 15 nuovi stati) ed altri paesi europei che si vanno ad aggiungere ad Italia e Francia. Vi sarà un importante restringimento del gambling online offshore, con un’autolimitazione dei siti di gioco stessi.
Ed anche la Gaming Commission di Londra, storicamente ispirata da sempre al liberismo, ha deciso di regolamentare in modo rigido l’assegnazione delle concessioni. Chi vorrà raccogliere gioco in Gran Bretagna dovrà possedere una licenza riconosciuta dall’ente britannico oppure da una commissione inclusa nella white list (Malta, Gibilterra, AGCC, Isola di Man, etc.).
Società quotate in borsa come Bwin.Party rispettano alla lettera le normative nazionali ed hanno una politica ben precisa contro la raccolta offshore in mercati legali: per questo la multinazionale austro-inglese ha già presentato le richieste per le licenze in Spagna,  Danimarca e naturalmente Germania, ritenuto un mercato strategico con 4 milioni di giocatori di poker, per non parlare degli appassionati di scommesse.
Negli Stati Uniti i residenti non possono compiere transazioni monetarie verso i siti di gambling online e nei primi mesi del 2012 saranno assegnate le prime cinque licenze in Nevada, limitatamente però agli abitanti di Las Vegas e dintorni; il progetto nel lungo periodo è quello di autorizzare il gioco in tutti gli States. Proprio PartyPoker è in pole position con un accordo di joint-venture con il colosso di Vegas,MGM Resort. 888Poker invece è in partnership con Caesars.
Dopo il black-friday le rooms non hanno alcuna intenzione di assumere rischi legali in tutti i paesi occidentali. Vi è un netto cambio di tendenza e molti paesi hanno sposato il modello AAMS, seppur la Commissione Europea sembra intenzionata ad approvare nel 2012 un nucleo di norme (già indicate in parte nel Libro Verde) che dovranno tutelare i giocatori del vecchio continente. Gli enti regolatori avranno l’obbligo di accogliere tale direttiva. Sarà un primo passo verso le ambite licenze .eu ma fino a quando non vi sarà un’uniformità fiscale, è difficile immaginare un mercato unico europeo.
Nel frattempo le rooms preferiscono seguire le regole alla lettera: sono cambiate le prospettive e la visione di mercato, almeno nel poker, rispetto a 10 anni fa.  Proprio per questo motivo la Danish Gambling Authority ha già autorizzato 38 operatori (i richiedenti sono però 180), tra i quali 888, Bwin.Party, PKR, Unibet, Bet24 ed il network Ongame. La tassazione sarà del 25% sui profitti lordi.
PokerStars ha già ottenuto una licenza per operare da gennaio in Danimarca, però ad eccezione di altri paesi, i residenti danesi potranno continuare ad accedere al mercato internazionale. E’ una soluzione atipica ma è l’unica strada possibile: il Governo locale ha capito che ‘chiudendo’ il mercato non ci sarebbe stato un numero sufficiente di giocatori per garantire una liquidità minima interna.
poker-offshoreStars ha licenze anche in Italia, Estonia, Francia, Belgio e naturalmente nell’Isola di Man, dove è partita 10 anni fa.  La lezione però subita negli USA ha messo in guardia il management sempre più incline ad investire solo nei mercati regolamentati, compresa la prima regione federale tedesca (Schleswig-Holstein) che ha approvato la legge sull’online.
Stessa filosofia per la futura Full Tilt PokerBernard Tapie ha già sondato il terreno a Madrid per la Spagna, è in trattative per rinnovare le licenze in Francia (con l’Arjel) e AGCC. Ed ha ancora una concessione secondaria nella riserva canadese presso la Kahnawake Gaming Commission. Presto si attiverà anche per l’Italia.
La svolta più importante arriva dalla Germania: è stata approvata una legge sul gioco online che aprirà le porte a 20 operatori. L’aliquota di prelievo sarà del 5% sul fatturato. Solo il mercato del betting sportivo vale 5 miliardi di euro. Si tratta di uno dei mercati europei più attrattivi.
In Belgio invece il Governo vuole usare la mano pesante contro i siti non autorizzati: da gennaio i service provider saranno intimati ad oscurare le piattaforme prive di licenze, alla faccia del diritto comunitario e della libertà di servizi e stabilimento. Il fatto che la misura draconiana sia stata approvata a Bruxelles, nella capitale dell’Unione Europea, ha suscitato molto scalpore.


Fonte AssoPoker: http://www.assopoker.com/poker-legale/poker-online-la-fine-delle-piattaforme-internazionali-9933#ixzz1gyv697Ey
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